venerdì 26 dicembre 2014

Seduzione secondo lei

Chi si aspetta pagine soft core non ha capito il problema. Il libro della psicologa spagnola Lola Beccaria maneggia merce più delicata: le emozioni


Iris, quarantenne, psicologa in crisi sentimentale e lavorativa, si inventa un corso sulla seduzioneper non perdere il posto nel centro in cui è assunta. Nonostante le sue paure – lei che dovrebbe essere l’esperta, è la prima ad avere problemi affettivi e mille fragilità – al laboratorio si iscrivono subito sei donne, dai 30 ai 50 anni, ciascuna con una motivazione diversa, macon un unico obiettivo: conquistare gli uomini. Come dire: le aspirazioni femminili non cambiano mai. 

E invece, Lola Beccaria, filologa e psicoterapeuta gestaltiana, sa come imbastire un romanzo bipartisan (qualche uomo lo leggerà di straforo) di sopravvivenza ai sentimenti (sbagliati) e di rivalutazione della femminilità (post femminista), arguto e piccante quanto basta, senza le ovvietà di un trattato di self-help. 

Il Salotto di Afrodite, nome più che mai appropriato per il circolo muliebre, visto che Iris-Beccaria affibbia a ogni allieva il nome e il carattere di una dea dell’Olimpo, è una sorta di terapia di gruppo in diretta. La catarsi finale è il premio per le protagoniste e l’happy ending letterario per chi legge. 

Attraverso le storie di Carla, ex suora che ama un uomo sposato; Sonia, che vuole tornare a sedurre il marito malato terminale; Julia, manager single e incattivita dalla vita; Denise, ex moglie devota e tradita; Eva, in perenne ricerca di un marito ricco; Anita, in crisi con la compagna, anche noi cerchiamo la nostra personale ricetta della felicità. Perché la seduzione, dice Iris, «non serve solo a “oliare i propri strumenti”, ma ti aiuta a ottenere dagli altri quello che vorresti avere». Basta chiarirsi le idee sugli obiettivi. E copiare qualche esercizio del corso. Come suggerisce lei...

Le donne d’oggi, così libere e indipendenti, non sanno amare?
La metterei più sul generale: è l’emozione che vive momenti difficili, che fa paura. A tutti. Non sappiamo più come comportarci con gli altri. I rapporti, le relazioni si sono ridotte a una lotta, a una partita per la supremazia, alla guerra di un sesso contro l’altro. Alla fine ci troviamo scontenti, arrabbiati, insoddisfatti o rassegnati. Se pensiamo di aver vinto la nostra lotta perché siamo passate da geishe a cacciatrici, non abbiamo il senso della realtà, ed è questo l’errore che commette Julia, la manager del mio racconto. Non è questa la libertà conquistata. Insomma, abbiamo perso la bussola dei sentimenti. Allora ho pensato: prendiamo il coraggio a due mani e parliamo d’amore, magari ritroviamo i confini emotivi in cui muoverci. Amare ed essere amati è una necessità primordiale, ancora prima del sesso.

E gli uomini come sono messi?
Ancora peggio, per educazione e tradizione storica gli uomini pensano che le emozioni siano cose da deboli. Si sentono persi, senza più modelli e noi, zitte. Ma qualcuno deve pur fare il primo passo.

C’è una tecnica per scovare le emozioni?
No, per fortuna, le emozioni sono dentro di noi, dobbiamo solo tirarle fuori e affrontarle. Faccio un esempio: se soffriamo di solitudine, ma blocchiamo questa informazione a livello inconscio e quindi la neghiamo, come faremo a trovare un rimedio?

Cos’è la seduzione?
È interagire con l’ambiente per raggiungere quello di cui abbiamo bisogno. Seduciamo perché ci amino, ci proteggano, ci diano da mangiare, ci diano piacere, ci diano lavoro. Tutte le nostre necessità vengono soddisfatte attraverso qualche tipo di seduzione, certo i bisogni erotici e amorosi sono i più complicati. Ma se non sappiamo o non vogliamo sedurre, avremo sempre un buco emotivo nella nostra vita.

C’è una “ricetta spagnola”?
Voi avete i latin lover, noi i don Giovanni. Entrambi esempi sbagliati di uomini e delle relazioni che imbastiscono. Sono freddi, egocentrici, concentrati sul proprio piacere, consumatori di esperienze, non gourmet. Niente ricette: ciò che ci rende speciali è essere noi stessi, è la cosa più facile da fare, perché è automatica. Parlando al femminile facciamo in modo che gli uomini ci guardino al di là della corazza che indossiamo ogni giorno per difenderci, che si innamorino del nostro fisico e della nostra anima, che ci scelgano perché siamo quello che siamo: speciali e irripetibili. In fondo è quello che fanno le sei donne del mio libro: alla fine si lasciano andare, si accettano, superano le paure, anche se costa fatica e dolore.

Si definisce una scrittrice erotica?
C’è una frase di Anaïs Nin che riassume il senso del mio lavoro: «Lo scrittore deve illuminare i mondi rimasti oscuri». Io indago le zone d’ombra, i pregiudizi, i limiti, i bisogni delle donne. Perché é da noi che parte il cambiamento.

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