domenica 29 marzo 2015

Sandra, la donna con tre tette.


Ci sono persone malate o maniache di protagonismo come Sandra Lekowski che non si accontenta di essere una bella ragazza, vuole qulcosa di più si ma non una semplice gonfiatina ma un’intera tetta in più...


La chirurgia plastica ( da non confondere con la chirurgia estetica) è una cosa seria, se qualcuno subisce una lesione oppure ha problemi psicologici perchè ad esempio ha un seno piccolo, ecco che si può intervenire per migliorare la situazione. Poi ci sono le persone malate o maniache di protagonismo come la nostra Sandra Lekowski che non si accontenta di essere una bella ragazza, vuole qulcosa di più si ma non una semplice gonfiatina ma un’intera tetta in più. Ma è possibile arrivare dove è arrivata questa ex donna e soprattutto dove è arrivato quel criminale avido del suo chirurgo, la sua scarsa etica medica che fine ha fatto quando ha preso in mano il bisturi? Certo, tutta la rete parla di lei, la conosce, ma non certo perchè è attraente, ora è diventata una specie di attrazione da circo e si vede dal fatto che per la rete tutti parlano di lei come “la donna con tre seni”, gran parte dei siti non menziona affatto il suo nome.

martedì 24 marzo 2015

Il vibratore al ritmo del proprio cuore. Il sex toys collegato allo smartwatch

E tra televisori ultra HD e smartphone spuntano anche i vibratori. Tecnologici, perché siamo pur sempre al CES di Las Vegas. L'ultima tendenza è il wearable? E allora anche i sex toys possono essere indossati. E governati con il proprio orologio




E tra televisori ultra HD e smartphone spuntano anche i vibratori. Tecnologici, perché siamo pur sempre al CES di Las Vegas. La trovata è di OhMiBOd, azienda specializzata in sex toys hi-tech. Il wearable è l'ultima tendenza? E allora anche un vibratore puà essere indossabile.
L'ultima idea è quella di connetterlo tramite Bluetooth o Wi-Fi al proprio smartwatch. Basterà un'app e il gioco sarà fatto. La vibrazione sarà sincronizzato con quello del cuore. Ma non solo. Grazie alla possibilità di captare i rumori e la musica dell'ambiente esterno, ogni ritmo potrà avere la sua vibrazione.  

lunedì 23 marzo 2015

La perfetta videostrategy online secondo Teads e Mosaicoon: se ne parla il 19 marzo a Roma



I due player interverranno all'evento “Digital & Social Media Marketing” di Ford, fornendo non solo “tips & tricks”, ma anche una serie di riflessioni sui cambiamenti che hanno modificato il modo di produrre e diffondere contenuti adv video

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venerdì 20 marzo 2015

Eclissi di sole: dove, come, quando


Istruzioni per ammirare in sicurezza l'eclissi solare di venerdì 20 marzo, visibile (parzialmente) anche dall'Italia

Il 20 marzo quest'anno cade l'equinozio di primavera – e fin qui: niente di nuovo.

Ma quest'anno il 20 marzo sarà anche il giorno dell'eclissi solare: totale nel Nord Europa, parziale da noi: si andrà dal 68% di copertura del disco solare visibile a Milano al 50% di Palermo. E le previsioni del tempo sono... decorose – diciamo.

L'eclissi inizierà poco prima delle 9.30
, progressivamente da Ovest verso Est, raggiungerà il suo massimo dopo all'incirca un'ora e si concluderà a mezzogiorno, in tempo per mandarvi a pranzo.

Come probabilmente saperete, guardare direttamente il sole non è un'idea furba: rischiate danni alla retina, anche permanenti. Né risolvono il problemagli occhiali da sole, per quanto alla moda. Allo scopo si possono usare gliappositi occhialini certificati (io li ho presi su Amazon, ma quello che è rimastonon è particolarmente conveninte) oppure maschere da saldatore. Per una volta, può essere più conveniente fare fisicamente un salto dal vostro ottico di fidicia, come nel secolo scorso. Oppure, se siete versati nel fai-da-tequi ci sono le istruzioni per proiettare l'immagine dell'eclissi, e guardarla senza bisogno di protezione alcuna.

Se invece volete rimanere seduti alla vostra scrivania e seguire l'eclissi totale,qui c'è il livecast dalle isole Fær Øer. Certi danesi hanno tutte le fortune.

Per commentare su Twitter gli hashtag sono #eclissidisole oppure#solareclipse2015 (in inglese, se volete parlare coi danesi).

Nel disgraziato caso in cui venerdì proprio non abbiate tempo, tenete presente che la prossima eclissi totale visibile dall'Europa sarà il 12 agosto 2026. Tenetevi liberi, almeno quel giorno, e magari prenotate un viaggio in Islanda per godervi l'oscuramento totale. Per vedere un'eclissi totale in Italia, infatti, dovreste aspettare il 2081: cento di questi giorni, ma non ci conterei troppo.

E infine: vi ricordate l'ultima eclissi, quella del 1999? Dovere eravate? Io a Milano, che originalità. E avevo appena conosciuto un tizio che ancora mi tengo in casa, stagione dopo stagione. Non è romantico?
20 marzo 2015

giovedì 19 marzo 2015

Luce pulsata: trattamenti per una depilazione definitiva



Luce pulsata - Cosa è? Come funziona? La prova di depilazione e epilazione a casa col laser al posto della ceretta provata da Elle



Luce pulsata. Se ne parla tanto. Adesso non più solo in istituto si può fare anche a casa. Ma cosa è la luce pulsata. E come funziona? E soprattutto "funziona" per una depilazione definitiva al posto della ceretta?! Per rispondere a questa e a tante altre domande sulla luce pulsata a casa come tecnica di epilazione l'abbiamo provata per voi. Ecco il reportage della giornalista beauty di Elle.

Se c’è una cosa che le quote rosa amano fare è risolvere i problemi (di peli) alla radice. E quando si tratta di peli superflui non vanno per il sottile. Per sconfiggerli bisogna stanarli all’origine, ma non per questo si scoraggiano: ciascuna ha una sua storia che parte dal rasoio, passa per creme depilatorie, cerette gourmand fino ai moderni epilatori. E ora, grazie alla tecnologia, è arrivata anche laluce pulsata fai-da-te. Occasione da cogliere al volo! È un investimento affidabile e sicuro, affermano le case produttrici, anche in termini di tempo e denaro. E promette nell’arco di alcuni mesi una riduzione visibile di peli e peluria da gambe, braccia e, in certi casi, anche dal viso, fino alla scomparsa definitiva. Senza ceretta. Solo con la luce pulsata. Eureka!

IN UN LAMPO
Come funziona? La luce pulsata genera una serie di flash luminosi sulla zona da trattare, indebolendo le cellule responsabili dello sviluppo del pelo e inibendone la crescita, fino a eliminarla nell’arco di un anno. Luce, calore, distruzione, anche le più scettiche non possono resistere... Si tratta solo di stabilire i parametri giusti per colpire il bersaglio, impostando l’apparecchio sull’impulso luminoso che corrisponde al proprio fototipo (colore della carnagione) e a quello del pelo. Ma non è difficile, perché questi apparecchi sono dotati di un software intelligente in grado di programmare il trattamento a seconda dei bisogni di ciascuna, semplicemente premendo una serie di pulsanti.

PERSONAL TRAINING
Io ho messo la macchina della luce pulsata a casa alla prova ed è molto semplice. Fino a ieri era retaggio esclusivo di medici ed estetiste, ma ora, grazie alla tecnologia, è alla portata di tutti. Basta leggere attentamente le istruzioni per programmare i livelli di impulsi adatti. La sfida successiva? Imparare la gestualità. Step superato brillantemente: con il manipolo bisogna fare gli stessi movimenti di quando si usa l’epilatore. L’emissione della luce, al primo flash, mi ha preso alla sprovvista. Ma poi, dopo pochi attimi, mi sono sentita già più disinvolta ed esperta. Ha superato anche i dubbi sui possibili effetti collaterali: rossori e bruciature. Non ho avvertito il minimo fastidio, Forse perché l’emissione di luce è più debole rispetto a quella in istituto (dove, in base alla sensibilità individuale, si può avvertire un leggero pizzicore). E a trattamento finito la pelle stava benissimo. Anzi, “lavorando” sui baffetti ho notato perfino che alcune rughette delle labbra erano più distese. Ma forse si trattava solo di entusiasmo, visto che ero riuscita a usare senza problemi un dispositivo hi tech così sofisticato.

I risultati della depilazione con la luce pulsata? Confortanti, ma a lungo termine perché, come sanno le esperte, per liberarsi definitivamente del problema, dopo il primo ciclo bisogna farne altri di mantenimento (di volta in volta, i peli ricresceranno più radi e deboli, perché il bulbo è devitalizzato). Ma è solo questione di tempo… per tutti i gusti

mercoledì 18 marzo 2015

Bevi poca acqua? Ecco i 6 effetti negativi a cui vai incontro


Bevi poca acqua? Ecco i 6 effetti negativi a cui vai incontro

Mangiamo di più, ci sentiamo più stanchi, abbiamo il cervello più “lento”

MILANO – Tutti sappiamo quanto è importante per la nostra salute bere molta acqua ogni giorno. Garantire il giusto apporto idrico è fondamentale per mantenere alti i livelli di idratazione. Senza la corretta quantità di acqua il corpo è stanco e spossato, ma non solo. Ecco 6 cose che succedono al nostro corpo quando non beviamo abbastanza.
1.      Aumentano le probabilità di avere problemi di salute – Alcuni studi scientifici hanno dimostrato che bere molta acqua diminuisce il rischio di sviluppare calcoli renali, infezioni alle vie urinarie e al colon.
2.     Il metabolismo non funziona bene – Negli studi riportati nel suo libro intitolato "Il segreto dell'acqua", il dottor Howard Murad spiega quanto il metabolismo di una persona possa essere significativamente influenzato dalla quantità di acqua assunta ogni giorno. Una sufficiente idratazione accelera il metabolismo e ci permette di perdere i chili in eccesso in maniera più semplice ed efficace.
3.     Il cervello è più lento – Nel 2011 i ricercatori dell'Istituto di Psichiatria del King College di Londra hanno scoperto, attraverso una serie di esperimenti condotti sugli adolescenti, che il cervello di un corpo disidratato fa più fatica a "lavorare".Senza acqua il cervello rallenta la sua attività e impieghiamo più tempo a risolvere problemi logici.
4.     Si mangia di più – Uno studio del 2010 dell'Istituto per la sanità pubblica ha scoperto che coloro che bevono almeno due bicchieri d'acqua prima di ogni pasto hanno meno fame e riescono a consumare 75-90 calorie in meno mentre mangiano.
5.     Aumentano le rughe - Nelle sue ricerche sui benefici dell'acqua il Dottor Murad ha anche scoperto che l'acqua rende più turgida la pelle e che una buona idratazione corporea diminuisce la possibilità che sul corpo appaiano rughe. Inoltre l'acqua è capace di ravvivare il colorito spento della pelle.
6.     Il cattivo umore – Qualche anno fa i ricercatori della Tufts hanno condotto un esperimento in cui veniva chiesto ad alcuni uomini e donne di impegnarsi in 60 minuti di esercizio aerobico senza bere acqua. Altri partecipanti all'esperimento sono invece stati adeguatamente idratati. Gli scienziati hanno notato che nel gruppo disidratato era più alta la probabilità di provare sensazioni di affaticamento, confusione, rabbia, depressione e tensione.
Aggiornato il 3 marzo 2015

lunedì 16 marzo 2015

LG Watch Urbane LTE



Lo smartphone a portata di polso


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In occasione del Mobile World Congress di Barcellona, LG Electronics (LG) ha presentato LG Watch Urbane LTE, il primo smartwatch LTE al mondo, che integra servizi NFC e una serie di altre caratteristiche mai offerte prima da un dispositivo wearable. LG Watch Urbane LTE è il quarto smartwatch presentato da LG, e il più ambizioso. Il dispositivo integra tutte le caratteristiche di uno smartphone in un elegante orologio da polso in metallo, offrendo lo stile e la raffinatezza di un vero e proprio orologio analogico, con l’aggiunta di un più alto livello di micro-tecnologia incentrata sul display circolare in Plastic-OLED da 1,3 pollici. LG Watch Urbane LTE, come ogni telefono 4G, può effettuare e ricevere chiamate, nonché inviare e ricevere messaggi di testo. Con il supporto dell’operatore, il device è in grado di offrire servizi Push-To-Talk (PTT) con altri dispositivi presenti sulla stessa rete, in modo che gli utenti possano utilizzare il proprio LG Watch Urbane LTE come un walkie-talkie per parlare illimitatamente con diversi dispositivi allo stesso tempo.

Il nuovissimo sistema operativo LG Wearable Platform, sviluppato appositamente per i dispositivi wearable di LG, costituisce la novità di LG Watch Urbane LTE. Escludendo il sistema operativo, il device include la maggior parte delle caratteristiche del suo predecessore LG G Watch R, tra cui il display con modalità Always-On. Grazie alla più performante batteria della categoria con una capacità di 700mAh, LG Watch Urbane LTE permette un utilizzo prolungato e una durata maggiore in modalità standby, che può arrivare anche a diversi giorni.

Il lato destro del device presenta tre pulsanti che permettono un accesso immediato a una serie di funzioni senza dover scorrere molteplici schermate. Il pulsante in alto accede al menù Impostazioni Rapide in cui l'utente può controllare e regolare l’utilizzo di batteria, luminosità, volume e impostazioni di connessione. Il pulsante centrale permette di visualizzare il display dell’orologio e la lista delle applicazioni installate. Il pulsante in basso, invece, ha una duplice funzionalità: agisce come funzione "Indietro" se premuto velocemente, mentre se premuto a lungo avvia una procedura di emergenza componendo in maniera automatica un numero di telefono preimpostato e inviando le coordinate di posizione di chi lo indossa. Le opzioni di connettività offerte da LG Watch Urbane LTE sono tra le più avanzate e all’avanguardia: la tecnologia NFC di cui dispone permetterà agli utenti di avere un portafoglio virtuale al polso in ogni momento. Gli utenti, infatti, potranno effettuare pagamenti per cene, biglietti per cinema e visualizzare velocemente le tariffe in maniera più veloce e più semplice con il proprio LG Watch Urbane LTE, senza mai mettere mani al portafogli. Immaginate di essere in grado di acquistare i biglietti per il cinema con LG Watch Urbane LTE e poi ricevere un promemoria con un paio d'ore di anticipo, tutto basandosi sulle informazioni relative al pagamento!

LG Watch Urbane LTE è anche l’alleato perfetto per gli amanti dello sport. Infatti, dispone di cardiofrequenzimetro incorporato e sensori di movimento avanzati in grado di rendere il monitoraggio degli obiettivi di fitness più facile rispetto al monitoraggio tramite smartphone.

Oltre alla funzione Fitness Coach, LG Watch Urbane LTE comprende anche funzioni speciali per golfisti, ciclisti ed escursionisti. La certificazione di resistenza a polvere e acqua IP67, inoltre, permette al device di essere immerso in un metro d'acqua fino a 30 minuti, rendendolo sicuro per docce ed esposizione a traspirazione. Soddisfare il proprio gusto e lo stile del momento sarà un gioco da ragazzi. Infatti, il dispositivo può essere personalizzato grazie all’accesso a diversi quadranti disponibili, per essere sempre al passo con gli ultimi trend. È possibile scegliere la forma delle lancette dell'orologio e lo sfondo, che può essere personalizzato utilizzando fotografie provenienti da smartphone o tablet.

Specifiche tecniche:

* Processore: Qualcomm® SnapdragonTM 400 da 1.2GHz

* Sistema Operativo: LG Wearable Platform

* Display: display P-OLED da 1.3 pollici (320 x 320 / 245ppi)

* Rete: LTE

* Memoria: 4GB eMMC / 1GB LPDDR3

* Batteria: 700mAh

* Sensori: 9-Assi / Barometro / PPG / GPS

* Connettività: WiFi 802.11 b, g, n / Bluetooth 4.0LE / NFC

* Colori: Argento

* Altro: resistenza a polvere e acqua (IP67) / Speaker / Microfono

sabato 14 marzo 2015

Monica Bellucci: «Io, single e libera»



Monica Bellucci @Getty Images

È diventata una bond girl a 50 anniimpossibile che l'età possa essere un problema per Monica Bellucci, anche perché è in date importanti che nella sua vita sono successe le cose più belle. «A 40 anni è nata la mia prima figlia, a 45 la seconda»,aveva raccontato l'attrice a Che tempo che fa, e ora Monica si abbandona anche a un'altra confessione destinata a restare indelebile, la felicità di essere single.
«È liberatorio», ha detto l'attrice durante un'intervista al magazine Hello! «La donna single è una donna libera, non significa essere soli. Mi sento viva, ho la fortuna di essere in buona salute e ho due bellissime figlie che mi riempiono di gioia».
Per lei, uscita da poco da una storia durata 18 anni con Vincent Cassel non deve essere stato semplice. «Ho ritrovato me stessa e adesso mi confronto con una nuova libertà», aveva sottolineato l'attrice in una recente intervista a Vaniry Fair.
I corteggiatori non le mancano, ma per ora le attenzioni sono tutte per le due figlie avute dall'attore, Deva e Léonie. Loro sono arrivate tardi, ma per scelta, spiega ancora Monica aHello!. «Diventare madre tardi mi ha resa molto più felice, più piena, più completa. Quando avevo venti o trent'anni non mi sentivo pronta per una responsabilità così grande». Dopo la primogenita, il desiderio di un'altra maternità si è fatto subito nitido. «Ho deciso però di aspettare, per capire cosa volesse dire essere una madre». Poi l'ha capito e non ha avuto più dubbi. «È un miracolo».
(Nella nostra gallery in alto Monica Bellucci con Daniel Craig, suo partner in Spectre. A destra, le foto più belle dell'attrice)

giovedì 12 marzo 2015

Facebook rimuoverà gli account inattivi dai “Mi piace” delle Pagine








Facebook Holds Its Fourth f8 Developer Conference


Facebook ha comunicato che dal 12 marzo comincerà a rimuovere dal conteggio dei “Mi piace” (“Like”) delle Pagine gli account disattivati o appartenenti a persone morte, allo scopo di fornire un numero più affidabile di iscritti e dati più precisi sul loro conto ai gestori delle Pagine. Di conseguenza tutte le Pagine vedranno un calo numerico dei loro iscritti, più o meno grande quanto è grande la presenza di account inattivi tra i “Mi piace”.

L’aggiornamento potrebbe essere un problema per chi ha comprato account fasulli per gonfiare il numero dei “Mi piace”: qualche mese fa ha adottato una procedura del genere anche Instagram, il social network fotografico di proprietà di Facebook, e alcuni account hanno perso fino al 50 per cento dei loro iscritti. Di seguito, il comunicato integrale di Facebook in italiano:
Molte aziende usano i dati delle loro Pagine per capire chi sono i loro iscritti e cosa sta loro a cuore. Per far sì che quei dati siano più affidabili e significativi, stiamo aggiornando il modo in cui vengono contati i “Mi piace” delle Pagine, rimuovendo dalla conta degli iscritti gli account che nel frattempo sono stati disattivati o appartengono a persone morte. Questo cambiamento fa sì che i dati di Facebook siano aggiornati e coerenti.
Rimuovere gli account inattivi
Ci sono principalmente due buone ragioni per rimuovere dalla conta dei “Mi piace” gli account disattivati o appartenenti a persone morte:
– per i proprietari delle Pagine: la rimozione di questi account fornisce ai proprietari delle Pagine dati sempre aggiornati sulle persone che seguono davvero i loro aggiornamenti, e rende più facile identificare e trovare un pubblico simile per i loro annunci a pagamento.
– per coerenza generale: filtriamo già dai singoli post i “Mi piace” e i commenti generati da account disattivati o di persone morte, quindi questo rende i nostri dati coerenti tra loro.
Cosa aspettarsi
Nelle prossime settimane i gestori delle Pagine vedranno un piccolo calo nel numero dei “Mi piace”, come conseguenza di questo aggiornamento. È importante ricordare, però, che i “Mi piace” rimossi appartengono a persone che erano già inattive su Facebook.
Per il futuro, tutti gli account volontariamente disattivati o appartenenti a persone morte saranno rimossi automaticamente dalla conta dei “Mi piace” delle pagine a cui erano iscritti. Qualora un account disattivato venisse poi ri-attivato, sarebbe aggiunto alla conta dei “Mi piace” delle pagine a cui era iscritto.
Se i dati su Facebook sono più significativi e affidabili, tutti ci guadagnano. Speriamo che questo aggiornamento renda le Pagine ancora più preziose per imprese e aziende.

martedì 10 marzo 2015

Pancia piatta: la dieta e gli esercizi


È un assillo per molte donne, anche giovanissime. Ma la strategia giusta c’è: dieta, addominali, cosmetici e omeopatia


Ogni anno, nella stagione dei vestitini attillati e del debutto in bikini, si presenta il problema della pancetta, che spesso affligge anche le più magre. Perché le cause possono essere diverse: un regime alimentare sbilanciato, intolleranze, qualche chiletto di troppo, una perdita di peso improvvisa o mancanza di attività fisica. Ma con un po’ di buona volontà si può rimediare.
Primo step, individua la tua tipologia di pancia. Con una premessa fondamentale: se vuoi un addome piatto, devi muoverti! Impegnati acamminare a passo sostenuto almeno 40 minuti al giorno per attivare il metabolismo. Poi, segui i suggerimenti dei nostri esperti. A partire da una dieta che si ispira ai principi della medicina ayurvedica.

Di che pancia sei?

A PALLONCINO


Gonfia, spesso dura al tatto
, soprattutto la sera. E ci sono giorni in cui i pantaloni non si chiudono, anche se non sei ingrassata. La pancia “a palloncino” spesso dipende dalla presenza di gas, dovuti a intolleranze alimentari, stress, stipsi, farmaci. Nella medicina ayurvedica, che riconosce tre profili psicofici di base, le infiammazioni sono tipiche del dosha Pitta, cioè l’energia che trasforma con il calore.

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Inoltre: mangia lentamente, e evita il troppo sole e i bagni caldi, che per il dosha Pitta sono dannosi perché surriscaldano.

Il rimedio omeopatico
«Per sgonfiare l’addome», consiglia Daria Scienza, farmacista omeopata, «assumi cinque granuli di Carbo vegetabilis 5 CH; se c’è stitichezza, aggiungi cinque granuli di Nux vomica 9 CH, entrambi 3 volte al dì».
L’esercizio
«Parti a terra in posizione supina, con gambe flesse e mani dietro la nuca. Inspira sollevando le spalle dal pavimento di 3-4 cm e mantieni la posizione per 10 secondi. Ripeti 20 volte», dice Francesco Iudicelli, chinesiologo.
I cosmetici
«Il gonfiore si contrasta con prodotti drenanti a base di centella asiatica, edera, ippocastano, betulla. Aiutati con le tisane ai semi di finocchio», dice ilcosmetologo Umberto Borellini.
Il Trattamento
«Per eliminare i liquidi in eccesso funzionano radiofrequenza e pressoterapia», afferma il medico estetico Dvora Ancona. «La prima genera un campo magnetico che si trasforma in calore e rende così i tessuti più compatti. La pressoterapia, invece, esercita una pressione esterna graduale che sgonfia la parte trattata». Il costo è di € 70 a seduta.

CON I ROTOLINI


Tipici della pancia adiposa, fanno rima con qualche chilo di troppo: il grasso concentrato nell’addome in genere è causato da un consumo eccessivo di carboidrati, grassi animali, formaggi o dall’attività fisica inadatta che aumentano la produzione di ormoni surrenali. Secondo l’ayurveda, è tipico deldosha Kapha, ovvero l’energia della stabilità, che tende ad accumulare.

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Il rimedio omeopatico
«Per smaltire gli accumuli di grasso a livello addominale tipicamente femminili si può ricorrere a Thuya 15 CH, cinque granuli per tre volte al giorno», spiega Scienza. «È il rimedio indicato per compensare le cattive abitudini, l’abuso di caffè e fumo, il sonno irregolare, l’eccessivo consumo di cibo o il troppo stress».
L’esercizio
«Sempre a terra in posizione supina, con gambe flesse e mani dietro la nuca, solleva le spalle da terra di 3- 4 cm ed esegui 40 addominali per 10 volte perrafforzare il core, il corsetto muscolare dell’addome», consiglia Iudicelli.
I cosmetici
«Massaggia sull’addome un prodotto a base di guaranà o caffeina, che stimoli gli enzimi lipolitici e bruci i grassi», dice Borellini. Altro rimedio per stimolare il metabolismo sono i fanghi del Mar Morto: applicali e avvolgi la pancia con la pellicola trasparente per 15 minuti per un effetto riducente.
Il trattamento
«Per i rotolini molto efficace è Cryolab, un macchinario che svolge due azioni distinte», spiega Ancona. «Nella prima fase congela le cellule adipose, poi le riscalda tramite la radiofrequenza. Le due procedure si alternano più volte durante la seduta e i cicli alternati di bassa e alta temperatura permettono di ottenere importanti risultati sul tessuto grasso. Il trattamento dura 50 minuti e viene effettuato ogni 2 settimane, per almeno 4 sedute». Il costo è di € 150 a seduta.

PANCIA A BUDINO

Una gravidanza, la perdita di peso o la menopausa: la pancia molle è in agguato. Può anche dipendere da cattiva circolazione o ritenzione idricaIl profilo ayuverdico è il Vata, ovvero l’energia del movimento.

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Il rimedio omeopatico
«Per rassodare la zona addominale è utile Natrum sulfuricum 15 CH, da prendere una volta alla settimana», consiglia Scienza. «Ideale per chi è volubile e tende alla pigrizia».
L’esercizio
«Per tonificare l’addome ci vuole il planking: sdraiati a pancia in giù appoggiandoti sui gomiti e cercando di mantenere il corpo il più dritto possibile. Mantieni la posizione per 20 secondi, riposa per dieci e ripeti per 20 volte», consiglia Iudicelli.
I cosmetici
«Per la pancia molle», dice Borellini ,«sì a creme con fitoestrogeni, trifoglio o kigelia africana».
Il trattamento
«Per combattere la lassità è ottimo il Golden Lift, una tecnica che sfrutta il calore di micro aghi rivestiti d’oro per compattare la pelle, sia a livello superficiale che profondo. Consiglio un ciclo di tre sedute, una volta al mese», conclude Ancona. Il costo: € 500 ciascuna.

lunedì 9 marzo 2015

Glutei, gli errori da non fare

 

Glutei alti e marmorei con gli esercizi giusti. L'esperto ci spiega quali sono gli errori più comuni per evitare di allenarsi senza vedere risultati. Operazione lato b perfetto


Glutei, gli errori da non fare

Spesso se veniamo seguite da un personal trainer può capitare che ci sentiamo soddisfatte del lavoro fatto in palestra, ma che in realtà è servito a poco. Se non a metterci a posto la coscienza!



Insomma, tra allenarsi e credere di averlo fatto c'è molta differenza! Soprattutto se si vogliono vedere risultati concreti per un lato b da dieci e lode.


Abbiamo chiesto a Davide Luisi, product manager di Virgin Active Italia di spiegarci l'abc dei glutei, degli esercizi per rassodarli e quali sono gli errori da evitare.



«Il primo mito da sfatare - dice Luisi - è pensare che allenarsi con sovraccarichi aumenti il volume della propria massa muscolare e di conseguenza esercitarsi molto al di sotto delle proprie potenzialità con risultati scarsi o inesistenti. In una donna provocare l'ingrandimento delle masse muscolari non è per nulla facile perché manca il corredo ormonale adatto: la quantità di ormoni anabolici è inferiore di 10/30 volte rispetto a quella maschile, ciò significa che, a parità di allenamento gli adattamenti sono identici a quelli maschili ma il corpo femminile non cresce di volume perché mancano i presupposti fisiologici e genetici».


Gli esercizi top? Squat, affondi e deadlift.Quelli a "catena cinetica aperta" come le serie di slanci servono, invece, a poco. «Applicare un sovraccarico nell’ordine di pochi kg facendo esercizi a catena aperta, ovvero esercizi di flessione dietro della coscia in cui i piedi non siano in contatto con il terrenosignifica non porre nessun carico aggiuntivo o allenare il muscolo con un carico, addirittura, molto più leggero del proprio peso corporeo», spiega Davide Luisi.



I principali errori? Non mantenere la schiena eretta mentre si eseguono squat e affondi, sovraccaricandola e non facendo così lavorare glutei e cosce che dovrebbero sempre essere contratti.

domenica 8 marzo 2015

Micaela Ramazzotti, double face

AI cinema fa la mamma da quando era giovanissima. Ora che ha due bambini, dice: «La mia vita è iniziata con loro». Ma un ruolo le frulla in testa: «Una “bella di giorno”, devo solo trovare il mio Buñuel»

«De André, De Gregori... », Micaela Ramazzotti snocciola la sua playlist alla stylist di Gioia! che le chiede quale musica preferisca ascoltare durante il servizio fotografico. «Serve roba più energica, eh? I Beatles?».

Della verace Simona Peluso che interpreta ne Il nome del figlio, remake di una popolare commedia francese (Cena tra amici), diretto da Francesca Archibugi, in questi giorni al cinema, non c’è quasi più traccia. Non la silhouette prorompente e nemmeno la bionda chioma cotonata «quella cofana a fontana che ondeggia minacciosamente quando le si scalda il sangue».

La ragazza-elfo che ora saltella sulle note di Penny Lane davanti all’obiettivo del fotografo ha gli stessi occhi da cerbiatto ma i capelli scuri del suo prossimo personaggio al cinema: la lavoratrice ossessiva e sociopatica di Ho ucciso Napoleone di Giorgia Farina (dal 26 marzo).

Eppure qualcosa della strabordante Simona, Micaela ce l’ha ancora addosso. «Come tutti i personaggi di Francesca (Archibugi, ndr) è a strati, appena la vedi ti dà l’idea di una un po’ superficiale. Ma basta che qualcuno la provochi e diventa la tigre di Casalpalocco... Così la descrive il copione. Una un po’ borobbobbò».

Borobbobbò?
Le chiamo così, a Ostia sanno cosa intendo. Ce ne sono tante: assertive, schiette, colorite. Mi piacciono, perché sono toste, menano, non come me che me la faccio sotto!

E gli altri suoi strati?
L’ultimo è la rivelazione del film: questa donna, che i suoi familiari acquisiti, i Pontecorvo, intellettuali e un po’ snob, considerano con sufficienza, è una persona che sa osservare e forse ha addirittura un talento da narratrice. Alla fine hai quasi la sensazione che la storia di quella notte d’estate, in cui i Pontecorvo litigano, bevono, ballano sulla musica di Dalla, l’abbia scritta lei.

L’ha tanto amata che ha prestato le riprese del parto della sua ultima nata al finale del film.
Io e Francesca non l’avevamo annunciato a nessuno. Il copione prevedeva una scena di un parto. Ai tempi ero incinta di Anna, lei m’ha proposto di girarla dal vero. Ho risposto di sì. Poi ho pensato: «E ora chi lo dice a Paolo?» (il regista Virzì, suo marito, ndr). Ho pregato Francesca di farlo lei: sono amici fraterni da più di vent’anni.

E Virzì che ha detto?
«Siete due pazze, ma fate voi». Mi fido di Francesca, sono talmente innamorata del suo modo di raccontare che mi può chiedere qualsiasi cosa, posso tuffarmi con la certezza d’essere presa e salvata. Lì con me non c’era più la mia regista, ma un’amica che m’ha insegnato tanto. Alla fine m’ha stretto la mano e non ha tratteneuto le lacrime.

Scegliendo il nome di un nascituro proiettiamo anche idee e speranze sul futuro. A voi come è andata?
Ci abbiamo pensato tanto. Jacopo, che ha ora cinque anni, ha un nome toscano: è stato concepito a Livorno, mentre giravo La prima cosa bella. Nell’albergo di fronte a San Jacopo, la chiesa sul mare dove s’è sposata mia suocera, che ora non c’è più. Anna è un nome biblico, da santa, regina, popolana. Anna anche è il personaggio de La prima cosa bella. Mi sarebbe piaciuto chiamarmi così.

Da dove viene invece Micaela?
Non so. Sembra il nome di una pornostar tedesca. Ma a mia madre piaceva, le suggeriva forse qualcosa di esotico.

Anche nel prossimo film è incinta. Cos’è, un karma?
Sa quante madri ho fatto, anche da giovanissima? Avevo 26 anni anni e già figli di 13, 14. Ma ho fatto molto altro.

Potesse scegliere, chi vorrebbe interpretare?
Una donna misteriosa, dark, magari in un film erotico. Una figura doppia, una moglie e madre inappuntabile, che quando esce diventa un’altra. Una Bella di giorno, ma come la Deneuve dovrei trovare il mio Buñuel.

Tutto è cominciato con una sua foto spedita a un giornale: una ragazzina con un costume arancione...
Oddio sì. Era di spugna: una biondina riccetta su un lettino a Riccione. Chissà se mia madre la conserva ancora.

Cosa racconterà di quella ragazzina ai suoi figli?
È presto. Jacopo comincia a mettere a fuoco: un anno fa mi ha visto in un film in tv e si è rivolto allo schermo: «Mamma, rispondimi». E io ero lì, accanto a lui... amore.

Povero.
Perché? Ora sa che la mamma fa un lavoro di finzione, che deve cambiare spesso anche il colore dei capelli. Ma travestirsi, mettere in scena piace anche a lui. La casa e la terrazza sono ormai un mix tra un asilo montessoriano, un atelier creativo e un centro sociale.

Ci sta tanto coi bambini?
Parecchio, faccio una media di due film l’anno, si girano in poche settimane, tutto il resto è per loro.

Nostalgia di quand’era ragazza?
No, la mia vita è cominciata con i bambini. Ora mi diverto di più, guardo il mondo con altri occhi. Però chissà...

Chissà cosa?
Se la foto col costume è ancora da mia madre. O magari se ne sta lì sepolta negli archivi della corrispondenza dei lettori di quel giornale...

sabato 7 marzo 2015

Senza calze, con giudizio


Ma come fanno a non morire di freddo quelle che si ostinano alla gamba nuda sotto la neve? Con pochi, ma essenziali, accorgimenti


È quello che fanno le signore alla moda: girare senza calze anche a dicembre. La loro scusa è che «proprio non le sopportano», la verità è che non aspettano il tram per ore su un marciapiade battutto da tramontana.

Ma siccome, almeno sotto le feste, vogliamo sentirci un po' tutte signore alla moda, e il Guardian ha messo insieme regole di elementare buon senso e modaiola furbizia per dare l'impressione di essere dotate di riscaldamento autonomo e di un'idea disinvolta di stile.

Primo: non esagerare. Non c'è bisogno di mettersi la minigonna e rinunciare alle calze. Se ci pensate bene, peraltro, non è punto elegante. La scelta più ragionevole è quella della gonna midi.

Secondo: coprirsi. Altrove. Un piumino lungo e imbottito, quattro giri di sciarpa, un pellicciotto, guanti e cappello. Tanto ormai le stagioni – nel senso di collezioni – sono talmente tante che le stagioni – nel senso del meteo – non esistono più.

Terzo: il calzino. Sono anni che dalle passerelle invitano alla contraddizione – e spezzano senza pietà la linea del polpaccio. Se potete contare su muscolatura ragionevolmente longilinea, contemplate l'ipotesi: sandalo + calzino + longuette. Non avrete freddo, e sembrerete uscite dalle pagine diVogue. C'è a chi piace.

Quarto: lo spiffero. È la mia via dicembrina alla gamba nuda: pantaloni alla caviglia e scarpa bassa. Dal punto di vista termico, quei pochi centimetri quadrati di pelle scoperta sono perfettamente irrilevanti, ma si notano abbastanza da suscitare l'illusione di una congenita assenza di malanni, e il sospiro invidioso delle imbacuccate.

Quinto: il taxi. Ma questo lo abbiamo già imparato nel corso avanzato di camminata sui tacchi: nel budget stagionale di guardaroba bisogna sempre calcolare il costo di andate e ritorni in sicurezza. Dopotutto avete già risparmiato un sacco, non comprandovi neanche un paio di calze per i giorni di neve. No?

venerdì 6 marzo 2015

Morgan, il bastone e la carota


Dopo X Factor, torna alla sua musica. Ma non pensate che abbia intenzione di parlarne. Bisogna accontentarsi di inseguirlo. Ascoltando il flusso di coscienza di un uomo impossibile. E che è rimasto un poeta

Mi tocca aspettarlo per quasi tre ore, quest’uomo assieme santo e maledetto. Ne osservo finalmente l’improbabile arrivo in skateboard da dietro le vetrine di una pizzeria proprio dietro casa sua.

Irrompe sudato e stanco, in testa il cappellaccio floscio che gli fa da amuleto, le mani nere di qualcosa che sembra fuliggine: «Ho fatto dei lavori in casa, mi deve scusare», poi si stringe nelle spalle, azzarda un sorriso cui è rimasto aggrappato un che di fanciullesco, in un istante è già perdonato.

Marco Castoldi da Monza, in arte Morgan, in tutti questi anni non ha ancora imparato a schermarsi, a proteggersi. Per tutta la sera mi sussurra verità nascoste implorandomi con gli occhi di non rivelarle.

Il prossimo progetto è la versione teatrale della sua bella autobiografia: lo spettacolo si chiamerà Il libro di Morgan dal vivo, sul palco con lui saliranno iBluvertigo, per mettere assieme parole, immagini e musica «anche se la forma canzone è morta, e oggi tutto è dissonanza».

Strappargli anticipazioni sul disco – che dovrebbe vedere la luce nei prossimi mesi – è un’impresa impossibile, così come fargli una vera intervista. Morgan è gentile e saccente, presente e sfuggente, va blandito e redarguito; si rifiuta di rispondere ma vuole raccontare, ben consapevole della differenza.

«Lo sa», esordisce provocatorio, per tastare il terreno, «che se avessi una compagna, e se la mia compagna mi volesse tradire, non potrei oppormi? Se tu non mi desideri più», ammonisce puntandomi il dito contro, «non c’è nulla che io possa fare. Posso solo chiederti di dirmelo, per non sentirmi totalmente escluso dalla tua orbita. E poi, poi posso sperare che tu ritorni».

Sua sorella Roberta, che gli fa (anche) da editor e gli è seduta a fianco, alza gli occhi al cielo. Lo adora, ma ora lo sgrida perché lui vorrebbe mangiare con le mani. Cerco di farlo parlare dei suoi amici, dei suoi maestri: «Tante volte ascoltando la musica di Battiato me lo sono immaginato come padre. Mi chiama Morganetto, sa? Ci sentiamo alle cinque del mattino: lui è già sveglio, io non sono ancora andato a letto. Le sue parole sono un’enciclopedia di istruzioni per l’uso dell’esistenza. Da lui vorrei imparare la capacità di fare delle scelte. Io normalmente, tra due strade possibili, le scelgo tutte e due. E le seguo entrambe. Poi tutto si biforca, ed è il caos».

Gli dico che non mi pare poi a disagio, nel caos. «Credo profondamente nel suo potenziale creativo, ma poi mi trovo davanti a una massa urlante che mi sovrasta e rischia di inghiottirmi. E io, per quanto possa illudermi nei momenti di autoesaltazione, non sono Dio, cioè non sono Bach». Bach: un altro suo mito, mi spiega, «assieme a Massimo Ranieri. Persona superiore, sa? Fa il Riccardo III a teatro. Quando gli chiedo un consiglio mi dice: “Marcus, lo sai che ti amo, però ora giurami che questa cosa non la fai”».

Poi c’è Celentano: «Nei momenti difficili mi ha sostenuto. Mi preparava la minestrina con le sue mani». Gli chiedo cosa direbbe della sua vita se dovesse tracciare un bilancio provvisorio. «Non mi piace», sussulta. «Ho cinque processi in corso, non posso espatriare, mi hanno tolto la patente. Ma come genitore sono responsabile delle creature che ho messo al mondo».

Si sente triste? «Ho la tristezza di desiderare una famiglia da fuori. Di rivedere qualcosa di perduto, che puoi osservare dall’esterno perché all’interno non hai accesso. Spesso piango. Non in pubblico. Piango per cose piccolissime, magari per un odore che sento e mi strugge. Allora penso al Cristo con il suo capo insanguinato, a quel che ha passato, e smetto di autocommiserarmi».

Provo a fargli notare che qualche soddisfazione ce l’ha avuta, di recente. Per esempio da X Factor. Simon Cowell, che l’ha ideato, ha detto: «Senza Morgan, X Factor Italia non esisterebbe. Morgan è un tesoro nazionale».

Lui guarda nel piatto, ormai vuoto, che ha davanti. Poi strizza gli occhi e mi fissa serio: «Simon Cowell è piuttosto intelligente e molto spregiudicato. È uno che ha le idee e, soprattutto, che le ha messe in pratica. È un genio dei nostri giorni. Qualche mese fa ho capito che X Factor Italia sarebbe decollato perché mi hanno riferito che nell’ascensore interno di casa sua aveva attaccato un sacco di ritagli di giornale su di noi. L’ascensore interno in casa Cowell è il termometro di quel che gli interessa. Ho pensato di fare la stessa cosa da me ma non ho un ascensore, allora ho tappezzato le scale con post it pieni di riflessioni sulla musica. Il mio androne delle scale è pieno di fogliettini quanto il collo di Fedez di tatuaggi. Il collo di Fedez è sorretto dai suoi tatuaggi».

Gli cito un altro collega, Mika. «Mika è ok. Ho notato che lo infastidiscono i rumori forti. È un ragazzo educato. Una volta dopo una discussione avuta in trasmissione mi ha preso da parte in camerino e mi ha detto serio: “Guarda che gridare fa schifo”».

Morgan si riscuote, guarda l’ora, sgrana gli occhi, sembra il Cappellaio matto di Alice. «Devo scappare. Mi aspettano». Lo prego di svelarmi, prima, qualche altro progetto. Così, in camera caritatis.

«Vorrei aprire una scuola di musica per bambini, qui a Monza. Lei me li manderebbe i suoi figli?». Fa una pausa. «E poi c’è il teatro. Ho telefonato a Massimo Ranieri. “Massimo, voglio fare teatro”». E lui? «Mi ha detto: “Marcus, ci sentiamo un’altra volta. Tante cose, eh. Ciao”». L’ho richiamato: «“Lasciami almeno scrivere le musiche del tuo spettacolo”. E lui: “Mi spiace, ci sono già i Pink Floyd”».

Morgan ride, si alza, mi saluta e fa per uscire. Poi si volta, ci ripensa: «Una cosa ancora gliela dico. Si ricordi che l’amore non è una cosa che conta. Semmai, è una casa che canta». 

mercoledì 4 marzo 2015

La donna & lo specchio


Un’indagine di Olaz rivela come cambia il ruolo dello specchio. Con i dati raccolti in rete, tra forum, Twitter, blog & Co.


La donna si specchia dappertutto! E non appena può. Comincia la mattina con uno sguardo allo specchio in casa (39%), in ascensore (4%) o in macchina (4%).

Quando è fuori casa, se non c’è uno specchio, qualsiasi cosa può diventarlo: dallo schermo del telefonino (18%) alle vetrine dei negozi (7%), dai finestrini delle auto parcheggiate (4%) fino alle pozzanghere (1%) o al serbatoio della moto (1%)...
È un gesto familiare, automatico, che rassicura la donna sul proprio aspetto.

È quanto risulta dalla ricerca condotta da Olaz a sostegno della campagna #latuabellezzamigliore, che ha analizzato 2000 conversazioni in rete tra gennaio e ottobre 2014 su Forum e Blog (60%), commenti a quotidiani online e opinioni dei consumatori sui prodotti (18%), Twitter (11%), Facebook (6%), Youtube e Instagram (5%).

Almeno un terzo delle dichiarazioni inerenti il rapporto della donna con lo specchio oggi esprime un’opinione positiva: lo specchio ha una valenza simbolica ed emotiva molto forte. Ma vediamo in dettaglio.

CON IL PASSARE DEL TEMPO, COME CAMBIA IL RUOLO DELLO SPECCHIO?
Fino ai 20/25 anni le ragazze (20%) sono estremamente autocritiche e solo in pochi casi si aprono ad accettare apertamente la propria bellezza fino a dichiarare di piacersi. Sono poco attente alla cura della pelle, decisamente concentrate sugli occhi e fra i prodotti di maggiore interesse pongono eyeliner o matita per gli occhi, mascara e ombretti.

Per le donne dai 25 ai 35/45 anni (50%) il rapporto con lo specchio è familiare, acquisito, quotidiano. In questa fase della vita accadono in genere i due eventi che modificano radicalmente il rapporto con la propria immagine: il matrimonio e la gravidanza. Non mancano, infatti, i post specifici sul make-up per il grande giorno (6%) e quelli in cui la donna osserva i cambiamenti che investono il corpo durante la gravidanza e il viso dopo la nascita del proprio figlio (13%).

Alla fascia d’età dai 45 ai 50/60 anni appartengono le donne che più di tutte hanno accettato i cambiamenti degli anni che passano (30%) anche se cercano di ritoccarli ma in maniera equilibrata. Lo specchio è ancora un alleato, a volte ironico, e appare “depotenziato” del suo potere giudicante. Le donne di quest’età hanno accettato anche ciò che le altre pensano di loro: mostrano un vero equilibrio fra ciò che sono e ciò che vogliono apparire.

SPECCHIO E COSMETICI
Un altro tema ricorrente nelle conversazioni analizzate è relativo ai trattamenti per la cura personale: numerosi sono i post sui prodotti e sul loro utilizzo (61%) e non mancano i relativi consigli (13%), perché anche se una donna accetta il tempo che passa, fa di tutto per sembrare più bella.
In particolare, i prodotti maggiormente citati dalle donne nelle conversazioni sul loro rapporto con lo specchio sono le creme 32% (compresi fondotinta e sieri), gli ombretti e le palette 24%, i rossetti 22%, gli eyeliner 15%, i correttori 13%, i blush 13%, i gloss 13%, le ciprie 9% e per finire le trousse 8%.

SPECCHIO RIVELATORE DI STATI D’ANIMO
Lo specchio è anche usato nei momenti di bilancio esistenziale: le donne si specchiano (36%) e si guardano negli occhi per esprimere soddisfazione per non avere ceduto a compromessi, per essere rimaste oneste e per aver preso decisioni difficili.

GUARDARSI PER CONOSCERSI
Ricordando le parole di Nietzsche “chi vuole diventare leggero, un uccello, deve amare se stesso”, la donna d’oggi ha capito che guardare la propria immagine è un modo per imparare a conoscersi e ad apprezzarsi, come sottolineano Francesca Gallerani e Debora Dolci, autrici di Glamoursofia, un libro sulla filosofia della moda femminile: «Apprezzare se stesse significa necessariamente amare il proprio corpo, non solo perché anima e corpo sono la stessa cosa – a detta del filosofo –, ma perché quella “superficie” riflessa nello specchio è l’unica immagine “sensibile” che si può osservare di sé. E poco importa se il corpo è per definizione mutevole: sarà l’accettazione del cambiamento a determinare una presa di coscienza giocosa della propria molteplicità, nella rivendicazione di uno stato di leggerezza che non è vuota superficialità ma condizione di felicità».