mercoledì 29 aprile 2015

Così impari a fare il figo George
George Clooney correrà la London Marathon del 2016. E fin qui niente di strano: tante celebrità lo fanno.
Ma il motivo per cui lo farà è più singolare: ha infatti perso una scommessa con l’amica e bellissima ex-modella Christy Turlington che ha preso parte all’edizione di quest’anno. “Se la fai in meno di 4 ore la faccio io il prossimo anno”. Mai sfidare una donna.
Christy c’ha messo 3 ore e 45 minuti. George, mi senti?
Cosa l’ha motivata? Il pensiero di George che avrebbe dovuto fare il bravo e andarsene a letto presto il giorno prima e una bella pinta di birra tagliato il traguardo, ha detto Christy.
E ovviamente la sua fondazione, Every Mother Counts, che sensibilizza sui problemi della gravidanza e del parto, con la prevenzione e informando.
Bravi tutti e due: per i buoni propositi, perché corrono e perché fanno del bene.Christy-Turlington_3281869b
(Photo credits Michael Vlasaty)

domenica 26 aprile 2015

Parroco al coca party. Condannato per spaccio di droga

Il gup di Milano Luigi Gargiulo ha condannato a 4 anni di reclusione don Stefano Maria 

Cavalletti, il parroco di Carciano, una piccola frazione di Stresa (Verbania),

 sorpreso dalla polizia nel luglio scorso mentre partecipava a un 'coca-party'

 a casa di amici a Milano e arrestato




prete

Il gup di Milano Luigi Gargiulo ha condannato a 4 anni di reclusione
 don Stefano Maria Cavalletti, ilparroco di Carciano, 
una piccola frazione di Stresa (Verbania), 
sorpreso dalla polizia nel luglio scorso mentre partecipava 
a un 'coca-party' a casa di amici a Milano e arrestato.

Il sacerdote, che si trova agli arresti domiciliari, 
è stato processato con rito abbreviato,
che consente lo sconto di un terzo della pena in caso di condanna.

domenica 19 aprile 2015

Porno: e se diventasse materia scolastica?

La proposta choc arriva da un professore di sessuologia danese. La risposta di Roberta Giommi

Proiettare film pornografici durante le ore di lezione allo scopo di far capire ai ragazzi la differenza tra finzione e realtà. Di più: per favorire una lettura critica delle scene a luci rosse in cui si possono imbattere navigando nel Web, chiarendo in modo inequivocabile che fare l’amore dal vero non è come farlo su un set. È la proposta di Christian Graugaard, professore di sessuologia dell’Università di Aalborg, che ha individuato negli alunni di 13 anni la platea ideale per condurre il suo esperimento educativo. Ma Roberta Giommi, direttore dell’Istituto internazionale di sessuologia di Firenze, che di educazione sessuale e di ragazzi se ne intende, non è d’accordo.
Le versione di Graugaard
In Danimarca l’educazione sessuale nelle scuole è obbligatoria dal 1970, ma evidentemente questo lasso di tempo, in cui quasi due generazioni sono nate e cresciute, non è bastato a mettere a punto un metodo d’insegnamento della materia abbastanza soddisfacente da indurre gli esperti a non cercarne di alternativi. Secondo le ultime statistiche, quasi tutti i tenegeer danesi di entrambi i sessi guardano film a luci rosse e, probabilmente, ne sono condizionati. Ed è riflettendo su questo dato che il professor Christian Graugaard ha fatto il seguente due più due: se il modello di riferimento è rappresentato da ogni sorta di eccesso (anche di tipo anatomico), i ragazzini da un lato svilupperanno nei confronti dell’attività sessuale sentimenti di inadeguatezza e un’ansia da prestazione vicinissima al panico, dall’altro penseranno che il sesso sia un carosello frenetico di situazioni erotiche estreme che hanno per protagonisti indiscussi attributi maschili e seni femminili di dimensioni prodigiose. E donne che raggiungono immancabilmente l’orgasmo. E uomini che non hanno mai neppure l’ombra di una défaillance né sanno cosa sia il periodo refrattario.
Il docente danese ritiene che proporre i porno nelle aule, per poi stimolare una discussione critica, renda possibile contrastare i messaggi bugiardi e ridimensionare le iperboli, per inscrivere il sesso entro confini a misura di adolescente.
I NO di Roberta Giommi
«L’idea del collega danese a mio avviso è un falso passo avanti, che nasce dall’equivoco che emancipazione ed evoluzione coincidano con prese di posizione estreme che, proprio per questa caratteristica, sono potenzialmente pericolose per lo sviluppo psicoemotivo degli adolescenti – dice Roberta Giommi, sessuologa. Si può affrontare il tema della pornografia e analizzare i suoi miti fuorvianti senza esporre gli alunni a immagini che possono disorientare, turbare o, e forse è ancora peggio, essere giudicate una piacevolissima forma di intrattenimento, un insperato fuori programma».
Nella sua guida all’educazione sessuale dei bambini, stilata per offrire un orientamento ai governi, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha suggerito agli insegnanti di affrontare il tema della pornografia con gli studenti di età compresa tra i 12 e i 15 anni, ma da qui a somministrare la visione di pellicole hard ce ne corre. «Fare educazione sessuale significa prima di tutto educare all’affettività – specifica la dottoressa Giommi. Vuol dire insegnare che il sesso è davvero bello e fa sentire più grandi e più forti se esiste un coinvolgimento emotivo, se assicura appagamento mentale oltre che genitale». Altrimenti può essere percepito come vuoto di qualsiasi emozione, molto al di sotto delle aspettative, a volte perfino malinconico.
Che cosa dice l’Oms
Il documento redatto dall’Organizzazione mondiale della sanità relativo all’educazione sessuale riporta indicazioni in base alle fasce di età, prendendo in considerazione bambini e adolescenti da 0 a 16 anni. Ecco una sintesi dei punti salienti su cui gli insegnanti sono invitati a intervenire.
Bambini da 0 a 4 anni: favorire l’apprendimento del piacere quando si gioca con il proprio corpo e incoraggiare la scoperta dello stesso.
Bambini da 4 a 6 anni: parlare dell’amore, delle relazioni affettive tra persone di sesso diverso o uguale, favorendo il consolidamento dell’identità di genere.
Bambini da 6 a 9 anni: impartire nozioni tecniche su cambiamenti del corpo, mestruazioni, eiaculazione, contraccezione.
Bambini da 9 a 12 anni: informare sui rischi e le conseguenze delle esperienze sessuali non protette: malattie a trasmissione sessuale e gravidanze indesiderate.
Adolescenti da 12 ai 15 anni: spiegare il concetto di pianificazione familiare, facendo comprendere che cosa può significare diventare genitori in età giovanissima. Far conoscere il concetto di prostituzione e pornografia.

venerdì 17 aprile 2015

Aleira Avedano, dea del corsetto: vitino da vespa e curve super hot







Indossare il corsetto per 23 ore al giorno e qualche lustro, può cambiarti la vita. Parola di Aleira

Si è rifatta il naso, la bocca, il seno, i glutei ma non ne aveva abbastanza. Aleira Avedano è uno straordinario esemplare dibody modification per fashion victim. Le sue misure sono 115 x 59 x 97 cm; quando la vedi ancheggiare stenti a credere che sia reale e sembra debba spezzarsi da un momento all’altro. Come può un tale vitino da vespa sorreggere una balconata di quel calibro? Con una volontà di ferro, risponderebbe Aleira.
La donna indossa da anni, per 23 ore al giorno, un corsetto diispirazione vittoriana e fattura hi-tech per non allargare di un centimetro il punto vita.
Non fatelo a casa, è il consiglio degli specialisti. Persino i chirurghi più spietati mettono in guardia dagli effetti dannosidi questa pratica. La normale funzionalità dell’apparato respiratorio può essere compromessa dalla costante pressione sulle costole e sul diaframma; i danni possono essere gravi e permanenti.
Ad Aleira non importa affatto; quando cammina per la strada tutti la guardano e gli uomini le incollano letteralmente gli occhi addosso.
 Qualcuno pensa sia una trans; lei ama piuttosto definirsi una straordinaria donna aliena, rara, unica ed inimitabile. Il metodo di Aleira è estremo ma la Corset Diet – la dieta specifica per la riduzione del giro vita – prevede anche l’uso del corsetto; si raccomanda di indossarlo per 14 ore al giorno e due-tre mesi al massimo. Lo fanno le ballerine di burlesque, le personal trainer, le star di Hollywood ed alcune donne particolarmente fissate con il latob alla Kardashian.

martedì 14 aprile 2015

Come riciclare le bottiglie di plastica e farne opere d'arte


Veronika Karichterova crea uno zoo con pezzi di plastica: che diventano cactus, meduse, coccodrilli e pura arte.

di Manuela Ravasio - 
Obiettivamente Veronika Richterova è un genio del riciclare lebottiglie di plastica: perché il suo è un riciclo creativo che ha del miracoloso. E che fa sembrare belle le bottiglie di plastica verde che galleggiano nelle paludi (si!). Tutto nasce dalla sua necessità di artista a corto di materiali. Peccato - o per fortuna - che i materiali erano quelli che nessuno voleva, anzi, che tutti volevano e consumavano rapidamente per poi abbandonarli. Ovvero: le bottiglie di plastica che l'artista ha iniziato a riciclare. Così nasce l progetto Pet- Art, animali e vegetali riprodotti con bottiglie di plastica verdi, blu, bianche. Il risultato non è solo riciclo creativo, ma è pura arte in trasparenza. 
Dal 2004, racconta l'artista ceca con un passato anche nell'animazione, si è concertata in una serie di animali, piante e scorci di natura forgiando e applicando la tecnologia alla plastica usata per tutt'altro (del resto Dustin Hoffman ne Il Laureato, anno 1967, se lo è sentito dire molto bene: "ascolta figliolo ti dirò una sola parola per il tuo futuro: plastica"). Così ecco che il suo coccodrillo nelle acque è perfettamente reale, le meduse vibranti nella loro silhouette hanno la stessa trasparenza di quelle reali, l'aragosta brilla in un acquario che la conduce al suo amaro destino (in padella) mentre i pinguini stanno lì a decidersi se tuffarsi o no nella acque gelide (di plastica of course). L'unico tentativo di replicare il lavoro di Veronika Richeterova forse è la Cactus Collection, una sfilza di bottiglie verdi di dimensioni diverse tutte in fila per la foto "da" serra. Riciclate, gente, riciclate. E per meditare andate al Pet- Art Museum.

domenica 12 aprile 2015

Le scarpe di “Ritorno al futuro II” in vendita a una cifra da capogiro









Il famoso modello Nike MAG, protagonista del secondo episodio della trilogia cult del 1989, è acquistabile su eBay, in edizione limitata. Per veri intenditori e collezionisti

Back to the future. Questa volta non solo sul piccolo schermo, ma nella realtà. Il duo creativo (e leggendario) Tinker Hatfield e Tiffany Beers ripropone il modello futuristico Nike MAG, indossato da Michael J. Fox nei panni di Marty McFly nel film cult del 1989, secondo episodio della trilogia “Ritorno al futuro“, diretto da Robert Zemeckis. Di più: per l’occasione, il paio di sneaker è stato inserito in un contenitore giallo simile a quello che conteneva il plutonio del Dottor Brown nel lungometraggio americano. 
Il modello da collezione è stato riprodotto in soli 40 pezzi ed è in vendita esclusiva su eBay per 32.500 dollari (circa 30 mila euro). Per veri collezionisti e intenditori.

lunedì 6 aprile 2015

Behati Prinsloo senza slip da Tommy Hilfiger. Foto




Un alito di vento le solleva il vestito. Così Behati si è trovata con il culetto scoperto, anche perché non indossava biancheria intima

Behati Prinsloo
Sul red carpet di Vanity Fair dopo la cerimonia degli Oscar l’abito l’aveva tradita lasciando scoperto il seno, l’altra sera a Parigi, durante l’inaugurazione della nuova boutique di Tommy Hilfigher, Behati Prinsloo, top model sudafricana e compagna del leader dei Maroon 5 Adam Levine (guardate qui il videoclip della coppia superhot), ha mostrato agli obiettivi il suo delizioso fondoschiena. Colpa di un irriverente soffio di vento.

mercoledì 1 aprile 2015

Gli scienziati mettono fine al dilemma: "Un'erezione normale è di 13,2 cm"


Un gruppo di ricercatori inglesi ha comparato i dati di circa 15mila uomini e chiarito lo standard delle dimensioni del pene: 9,16 centimetri a riposo e 13,12 in erezione


Lo hanno stabilito i ricercatori del King's College London and South London and Maudsley NHS Foundation Trust e del King's College Hospital Nhs Foundation Trust di Londra in uno studio pubblicato sulla rivista Bju Internationalil.

Gli studiosi hanno analizzato i dati di 17 studi che hanno coinvolto un totale di oltre 15mila uomini, sottoposti a misurazioni del pene secondo procedure standard. La ricerca britannica ha anche trovato una piccola correlazione tra la lunghezza del pene e l'altezza dell'uomo. Secondo gli scienziati, i grafici tracciati aiuteranno i medici a alleviare le preoccupazioni di molti uomini. E' la prima volta che uno studio abbia creato un cosiddetto "nomogramma" su cui sono rappresentate le misure del membro maschile e la loro variabilita' in diverse situazioni.