domenica 27 settembre 2015

Il compleanno di Google, oggi

Il diciassettesimo, e come ogni anno dal 2002 in poi lo festeggia con un doodle e con delle foto che risalgono ai primi anni della società

                                         Compleanno Google



Il doodle di oggi festeggia il compleanno di Google, come succede del resto ogni 27 settembre dal 2002 in poi: al posto del solito logo del motore di ricerca c’è un disegno che ricorda la scritta “Google”. Il compleanno di Google si festeggia il 27 settembre per motivi non chiarissimi: alcuni sostengono che la decisione ha a che fare con un post pubblicato nel 2005 in cui Google dichiarava di avere reso mille volte più grande il suo indice, il giorno del suo compleanno, in risposta a Yahoo! che aveva detto di avere superato con il proprio indice quello di Google (però il post in questione è datato 26 settembre). Il compleanno di Google è rappresentato con un computer con la schermata della prima homepage, con accanto dei palloncini, un cappellino colorato da festa, un piccolo pinguino, un server con la parte superiore fatta di mattoncini colorati e una “lava lamp”. Per il compleanno di Google sono state diffuse fotografie inedite che mostrano come questi fossero alcuni degli oggetti che erano presenti negli uffici di Google nei primi tempi dalla sua fondazione.

doodle

Google fu fondato nel 1998: la data di fondazione viene festeggiata convenzionalmente il 27 settembre di ogni anno. In realtà non esiste una data precisa del compleanno di Google: si discute da tempo di quale giorno occorra considerare come “primo” giorno dell’azienda. In passato Google ha festeggiato il suo compleanno in date diverse: il 27 settembre nel 2002, l’8 settembre nel 2003, il 7 settembre nel 2004 e il 26 settembre nel 2005. La richiesta per fondare la società fu inoltrata il 4 settembre del 1998 e Google fu formalmente fondata tre giorni dopo. Il dominio Google.com fu invece registrato il 15 settembre.


I fondatori di Google sono Larry Page, che oggi è CEO della società, e Sergey Brin: studiavano entrambi informatica alla Stanford University quando si conobbero nel 1995. All’epoca si inventarono BackRub, che può essere considerata una prima rudimentale versione del motore di ricerca usato oggi da centinaia di milioni di persone in tutto il mondo. Per circa un anno, BackRub fu usato sui server dell’università, prima che si rendesse necessario un suo trasferimento perché occupava troppe risorse della rete universitaria. L’anno seguente, Page e Brin si inventarono un nome più creativo per il loro motore di ricerca: “Google” è un gioco di parole legato alla parola “googol”, termine matematico usato per indicare il numero con un 1 iniziale seguito da 100 zeri. Con quel nome, Page e Brin speravano di riuscire a comunicare l’intento di Google, appunto, e cioè catalogare una quantità potenzialmente infinita di informazioni su Internet.

La domanda di registrazione della società Google fu presentata in California il 4 settembre 1998. Nel conto in banca della società, Page e Brin depositarono un assegno da 100 mila dollari che avevano ricevuto da Andy Bechtolsheim, il cofondatore della società informatica Sun, rimasto affascinato dagli obiettivi di Page e Brin e desideroso di dargli una mano a sviluppare al meglio la loro idea. Alla fine del 1998, Google ottenne una prima rilevante notorietà quando finì nella Top 100 dei siti web e motori di ricerca di PC Magazine. A giugno dell’anno seguente, Google ricevette da parte di Sequoia Capital e Klein Perkins un investimento da 25 milioni di dollari.

Oltre ad aver creato uno degli strumenti più semplici ed efficienti per trovare le cose su Internet, in più di 17 anni di esistenza quelli di Google si sono inventati diverse altre cose grandi e piccole, alcune quasi dimenticate, altre diventate pezzi importanti del nostro rapporto quotidiano con Internet: tanto da aver generato un esteso e intenso dibattito sul “monopolio” di Google nei confronti della vita digitale di tutti. Il primo “doodle di Google”, dedicato al Burning Man Festival in Nevada, fu pubblicato nel 1998: da allora ne sono stati ideati e pubblicati più di 1000, nelle diverse versioni di Google in giro per il mondo. Due anni dopo Google avviò AdWords, uno dei più conosciuti canali di raccolta della pubblicità online, oggi tra le prime fonti di guadagno per numerose società del web. Nel 2004, quelli di Google lanciarono il servizio di posta Gmail, uno dei più diffusi e apprezzati – ancora oggi – tra tutti quelli presenti nella loro offerta: lo resero disponibile il primo di aprile e per alcune ore in molti pensarono che si trattasse di uno scherzo. In quello stesso anno la società si quotò in borsa a Wall Street.

Google Maps, oggi presente anche sui dispositivi mobili di mezzo mondo, fu lanciato nel 2005 dopo l’acquisizione di Keyhol, avvenuta l’anno precedente. Google investe ogni anno enormi quantità di denaro per organizzare e aggiornare le mappe con immagini satellitari e sempre più definite, a livello stradale. Google nel 2006 ha acquisito YouTube diventando negli anni il principale sistema per vedere e condividere video online: si stima ne siano caricate 60 nuove ore ogni minuto. Nel 2007 è stato il turno del sistema operativo Android per dispositivi mobili, ora il più diffuso grazie alle sue numerose versioni adatte per smartphone e tablet anche molto diversi tra loro.

Google nel 2008 ha lanciato Chrome, il suo browser che ha avuto molto successo e dal quale più di uno su tre, tra di voi, sta ora leggendo questo articolo. Infine, nel 2011 Google ha lanciato il suo social network Google+ per dare a ogni suo iscritto la possibilità di organizzare meglio i vari servizi offerti e per condividerne i loro contenuti. Google+ fatica ancora oggi ad affermarsi a causa della concorrenza molto forte di Facebook e in misura minore di Twitter, ma Google sta continuando a investire nel servizio per migliorarlo e cercare di renderlo complementare e non alternativo agli altri social network di maggiore successo.

domenica 20 settembre 2015

Birra, gli effetti collaterali che nessuno racconta

Ecco tutte le zone d'ombra ed i rischi per la salute della bevanda più amata dai giovani e non




Che sia la verità  o l’effetto di un ottimo marketing, fatto sta che la buona stampa della birra supera di gran lunga la cattiva stampa.
Il che significa che sono moltissime le attestazioni sugli effetti benefici della birra (alle ossa, come anti ossidante,  per il cuore)  persino dietetici (la birra non ingrassa) ma pochissime le analisi delle controindicazioni.

Ed invece ad  indagare con un po’ di attenzione non sono solo rose e fiori quelle che accompagnano  la più diffusa bevanda alcolica tra i giovani.

Come nasce la birra 

La birra è una bevanda-alimento, che da oltre seimila anni è presente nella vita quotidiana dell’uomo. 

Il successo della bevanda deriva dalle sue caratteristiche peculiari (basso tenore alcolico, gusto frizzante, senso di freschezza, potere dissetante, aspetto schiumoso, sapore amaro più o meno marcato, ecc.) nonché dagli ingredienti naturali impiegati da millenni (orzo, luppolo, lievito e acqua). 

Si dice bevanda-alimento grazie alle sue proprietà nutrizionali in quanto i suoi principali componenti (acqua, alcol, anidride carbonica, carboidrati, proteine, vitamine, sali minerali, antiossidanti, ecc.) forniscono sostanze utili ai fini nutrizionali ed energetici. 

Tuttavia, seppur a basso tenore alcolico, va  bevuta con moderazione, mentre per determinate categorie di persone, come ad esempio guidatori, donne in gravidanza e durante l’allattamento, bambini e adolescenti, è bene evitarne l’assunzione.[correlata] 

Birra, dubbi ed  effetti collaterali  

Come gran parte delle bevande e soprattutto quelle alcoliche,  gli effetti collaterali dipendono dal consumo. Grandi quantità vanno evitate. 

Ma a parte le cautele legate alla quantità di birra che è possibile assumere senza danni, la ricerca medica  segnala anche alcune zone d’ombra sugli effetti della birra nell’organismo a prescindere dagli eccessi nei consumi.




Alcuni ricercatori dell’Università McGill di Montreal, per esempio, hanno condotto un’indagine su circa 3.600 canadesi tra i 35 e i 70 anni e hanno scoperto che chi ha dichiarato di bere alcolici in media una volta al giorno, ha una probabilità maggiore di ammalarsi di alcuni tipi di cancro — all’esofago, allo stomaco, al colon, al pancreas, al fegato, alla prostata e aipolmoni — rispetto agli astemi e ai bevitori occasionali.

Ma quando si è trattato di indagare sulla classifica degli alcolici che possono essere associato al cancro,  gli studiosi hanno scoperto che solo la birra e i super alcolici, e non il vino, sono connessi a un maggiore rischio di tumore. 

I dubbi sulla birra analcolica 

Il vantaggio di reputazione della birra rispetto al vino ed ai superalcolici deriva proprio dalla bassa gradazione di alcool, al punto di ritenere la birra analcolica del tutto esente da controindicazioni e dunque consumabile in quantità  pressochè illimitate. 

La realtà non sembra invece così.  Sussistono dubbi ed incertezze che non sono stati ancora fugati. 

Per due ricercatori americani della University of Wisconsin, Food Care

Department, la birra analcolica sarebbe anzi fortemente dannosa in quanto – sostengono -  “per riuscire a simulare il sapore della birra ottenuta con il metodo tradizionale, non potendo utilizzare additivi o surrogati chimici (l'utilizzo della denominazione "birra" impone regole molto restrittive) è stata modificata la mappatura genetica dei due ingredienti che, addizionati all'acqua, vengono utilizzati per la produzione della bevanda: malto e luppolo. Ma, secondo i due ricercatori,  il risultato è una bevanda che produce sull'organismo, ed in particolare sull'apparato digerente e sul cervello, danni molto gravi sui quali solo ora, pur tra innumerevoli difficoltà, si sta facendo chiarezza... etc..."


Sergio Catania, Medico specialista in Chirurgia generale ed Oncologia medica,  nel sottolineare che al momento non esistono evidenze sulle conseguenze tumorali della birra, ma quanto alla sicurezza totale nel consumo di birra analcolica appare cauto.
“Si parla di birra analcolica – dice -  e si è portati a pensare alla totale assenza di alcol, mentre in realtà ciò non è del tutto vero, perché la legislazione prevede un tasso minimo di alcol contenuto nella birra. Perciò i produttori si limitano ad abbassarlo dalla gradazione di circa 4% (sino ad un massimo del 15 % per certe birre prodotte soprattutto in Germania) a quello dell'1,2 %. Di ciò ne dovrebbero tener conto anche gli automobilisti in caso di colossali sbornie di birra analcolica." 

domenica 13 settembre 2015

Olio di palma, ecco come stare attenti

Olio di palma, ecco<br> come stare attenti

(m.g.) – E’ un grasso vegetale con circa il 50% di grassi saturi, utilizzato in biscotti, creme spalmabili, merende confezionate e altri prodotti da forno. Di cosa si tratta? Dell’olio di palma, il famoso estratto dalle palme di genere Elaeis ricco di acido palmitico, acidi grassi oleici e polinsaturi, un mix incredibilmente dannoso per le arterie. Raffinato e trattato, l’olio in questione finisce col perdere le vitamine e gli antiossidanti che contiene, trasformandosi in una bomba trasparente ed insapore.
Proprio grazie a queste caratteristiche, l’utilizzo dell’olio killer, trova ampio utilizzo, dando corpo ai prodotti senza alterarne il gusto. Dal punto di vista economico, costa molto meno rispetto ad altri burri o oli come quello d’oliva o di girasole.
Tra i cibi più famosi che contengono il famigerato olio killer, si trovano:
MULINO BIANCO
Macine, Galletti, Tarallucci, Abbracci, Baiocchi, Cornetti confezionati, Plumcake, Focaccelle, Fette Biscottate Dorate, Granetti, Pangrì, Cracker
DORIA
Bucaneve
MOTTA
Yo yo
FERRERO
Nutella
PAVESI
Ringo
BUITONI
Crostino integrale
PLASMON
Biscotti per bambini
Per evitare di utilizzare questi prodotti, ce ne sono altri, sostitutivi che non contengono l’olio dannoso per la salute. Ecco quali sono:
– Mr Day Muffin al cacao
– Bononia Dolci Muffin e Plumcake
– Pam Muffin
– Coop tortine con ciliegia, mirtillo, latte e cioccolato e plumcake
– Esselunga tortini da agricoltura biologica e plumcake
– General Bio tortini al limone farro e yogurt Kamut
– La città del sole tortini di farro e carota
– Pam Tortini biologici
– Misura Tortine alla ciliegia
– Mulino Bianco Camille
– Galbusera BuoniCosì Plumcake
– Probio Plum cake della linea Break&bio
– Zerograno Plumcake senza glutine
– Banco del gusto Crostata di confettura di fragola
– Cèrèal Paine d’èpices
– Ferrero le merendine Brioss albicocca e ciliegia
– CerealFit barretta di ciccolato fondente e al latte
– La città del Sole merende bio ciccolato e riso
– Loacker tutti i prodotti non contengono olio di palma
– Ki-group I minicake biologici
– Mulino Bianco Pan Brioscé e Panini a Latte
– Rilevo Snack due ore senza fame
– Rapunzel Snack al Musli
– Tutti in forno biscotti Choco Biscuits
– Galbusera biscotti ColCuore
– Tre Marie biscotti Ancora Uno
– Alce Nero Frollini di Kamut con gocce di cioccolato
– Germinal Fette biscottate al Kamut
I RISCHI PER LA SALUTE
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha lanciato l’allarme per i rischi che si corrono con un utilizzo esagerato dei prodotti succitati. L’olio di palma è uno dei prodotti che aumenta il rischio di andare incontro a malattie cardiovascolari. Inoltre, tale tipologia di grasso è in grado di agire aumentando i livelli del colesterolo ed innalzando i rischi di coronopatia. I medici, però, non vogliono creare allarmismi. E’ importante, quindi, capire che mangiare uno o due biscotti non comporta alcun rischio per la salute dell’uomo. Gli effetti collaterali del prodotto si manifestano nel momento in cui ogni giorno si consumano biscotti, creme spalmabili o gelati che contengono questo grasso. 
By  on 

domenica 6 settembre 2015

Addio occhiali, arrivano le lenti bioniche per la vista


Addio occhiali, arrivano le lenti bioniche per la vista

Gli occhiali hanno i giorni contati, e non sarà la chirurgia laser a mandarli in pensione: ci penseranno le lenti bioniche. Il loro inventore, il dottor Garth Webb della Ocumetics Technology, ritiene che “una vista perfetta debba essere un diritto umano” e, per questo motivo, ha inventato un dispositivo che s’installa rapidamente all’interno dell’occhio stesso per curare i difetti della vista.
La procedura per impiantare la lente nell’occhio è simile all’intervento per l’asportazione della cataratta con l’inserimento di una lente artificiale e può avvenire ambulatorialmente, senza bisogno di anestesia né di ricovero. Con una siringa si inietta nell’occhio della soluzione salina all’interno della quale si trova la lente bionica ripiegata; dopo 10 secondi questa si apre e aderisce al cristallino. Secondo Webb, il miglioramento della vista è immediato e totale.
“Se riuscite a vedere appena l’orologio a 3 metri di distanza, quando avrete la lente bionica riuscirete a vederlo a 9 metri” afferma il dottore, secondo il quale la sua invenzione permette di ottenere una vista tre volte superiore a quella di chi possiede 20/20 sulla tabella di Snellen”. Il dottor Webb sottolinea inoltre che chi si sottopone all’impianto di queste lenti non soffrirà mai di cataratta e che l’intervento è più sicuro della chirurgia laser, che può portare a complicazioni e comporta comunque la rimozione di tessuto corneale sano.
La presentazione ufficiale delle lenti è avvenuta lo scorso aprile durante il settimo World Cornea Congress di San Diego, e presto inizieranno i test clinici, prima sugli animali e poi sugli uomini. Secondo il dottor Webb, che ha impiegato 8 anni per svilupparla investendo 3 milioni di dollari, la prima lente bionica sarà in commercio nel 2017. Condizione indispensabile per l’adozione di questa soluzione ai problemi di vista sarà l’aver compiuto i 25 anni, dato che fino a quel momento la struttura oculare non ha ancora assunto la sua forma definitiva.