domenica 11 giugno 2017

Donna vince ultra-maratona correndo con gonna e sandali


Per le competizioni più impegnative non basta essere allenati, ma serve anche avere un attrezzatura di alto livello: su sforzi prolungati, la qualità di scarpe, abbigliamento e accessori vari è determinante nell’aiutare a sopportare la fatica. Almeno, questa è l’idea comune, totalmente smentita da una donna messicana che ha corso una ultra-maratorna di 50 Km indossando gonna e sandali di gomma riciclata, e non solo è riuscita a concludere la gara, ma la ha addirittura vinta.
María Lorena Ramírez non passava inosservata tra gli oltre 500 concorrenti dell’ultra-maratona, provenienti da 12 diversi paesi: mentre tutti infatti indossavano costose scarpe da corsa, tute in Lycra, e avevano con sé borracce con speciali energy drink, la ragazza ventiduenne sembrava essere passata di là per caso, vestita più come una che stava andando a fare una passeggiata, piuttosto che una corsa. Ma la cosa non preoccupava la ragazza, che per vivere fa la pastora.
María Lorena fa parte della “tribù” dei Rarámuri, nativi della zona di Tarahumara, che hanno fama di essere i migliori corridori del Messico, ma nessuno comunque si aspettava che potesse vincere, davanti ad atleti allenati ed attrezzati in modo specifico, portandosi a casa il premio di 6.000 pesos (circa 300 €).
Non aveva nessun accessorio specifico”, racconta ancora un po’ stupefatto l’organizzatore della gara, Orlando Jiménez, “Non aveva nessun gel, nessun integratore energetico, occhiali e soprattutto quelle scarpe costose che chiunque indossa in queste gare in mezzo alle montagne. Solo una bottiglia d’acqua, un cappello e un fazzoletto”. E sopratutto, nessun allenamento, se non i 10-15 Km camminati ogni giorno per portare a pascolare il gregge.
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domenica 4 giugno 2017

Lascia la fidanzata andare a letto con altri uomini, pur di non essere lasciato

Le “relazioni aperte” non sono una novità, ma di solito prevedono che entrambi i partner possano vedere altre persone. Non è questo il caso di Adam e Beatrice, due giovani inglesi la cui storia è diventata di dominio pubblico. Adam ha accettato che la sua ragazza vada a letto con altri uomini, per paura di perderla, ma a lei non sta bene che lui veda altre donne.
Adam e Beatrice, oggi 27 anni lui e 22 lei, si sono conosciuti nel 2014 e avevano avuto una storia da una notte e via. Nell’aprile 2015 sono diventati ufficialmente una coppia, ma il rapporto sembrava destinato a durare poco perché Beatrice non si sentiva pronta a dedicarsi ad un solo uomo. Quando lei, appena un mese dopo essersi messi assieme, ha detto ad Adam che voleva lasciarlo, ma che lo amava, lui ha fatto quello che pochi avrebbero fatto al suo posto: ha detto alla ragazza che poteva andare a letto con chi voleva, purché desse un’altra possibilità alla loro relazione. La cosa sembra avere funzionato, perché i due sono assieme da allora.
La regola è che Beatrice può fare quello che vuole, a patto che sia sincera al riguardo e non cerchi di nascondere nulla ad Adam. Lui però non ha gli stessi diritti, dato che Beatrice dice di non sopportare l’idea che lui stia con un’altra donna. Ad Adam però questo non pesa perché dice di non essere interessato ad altre donne.
Mi piace l’attenzione, ma emotivamente non significano nulla per me“, spiega Beatrice. “Sono stata a letto con cinque persone diverse da quando abbiamo iniziato questa relazione aperta. Tre sono state cose da una notte e via, e uno è uno con cui vado a letto circa due volte al mese. Va a bere al mio stesso pub, quindi talvolta finiamo la serata insieme se non ha trovato nessun altra. Non ho sentimenti per lui ma mi piace il sesso”, racconta Beatrice.
Racconto ad Adam degli uomini, ma non entro nei dettagli del sesso. Adam è così premuroso a darmi la libertà di fare quello che voglio, mi fa amarlo ancora di più”, continua la donna.
Adam spiega così il suo punto di vista: “Mi toglie la preoccupazione del tradimento, se so che poi torna da me. Non mi dà fastidio che faccia quello che vuole, anche se non è il mio argomento preferito. Ho raccontato la cosa a qualche amico, che pensano sia un po’ strano, ma non ci importa cosa pensano gli altri, noi siamo felici”. Adam e Beatrice infatti hanno finora tenuto segreto l’accordo alla base della loro relazione: evidentemente però mantenere il segreto non è così importante, altrimenti non si capisce perché abbiano accettato di fare una lunga intervista, con tanto di servizio fotografico per il Sun.

sabato 29 aprile 2017

Lascia la fidanzata andare a letto con altri uomini, pur di non essere lasciato


Le “relazioni aperte” non sono una novità, ma di solito prevedono che entrambi i partner possano vedere altre persone. Non è questo il caso di Adam e Beatrice, due giovani inglesi la cui storia è diventata di dominio pubblico. Adam ha accettato che la sua ragazza vada a letto con altri uomini, per paura di perderla, ma a lei non sta bene che lui veda altre donne.
Adam e Beatrice, oggi 27 anni lui e 22 lei, si sono conosciuti nel 2014 e avevano avuto una storia da una notte e via. Nell’aprile 2015 sono diventati ufficialmente una coppia, ma il rapporto sembrava destinato a durare poco perché Beatrice non si sentiva pronta a dedicarsi ad un solo uomo. Quando lei, appena un mese dopo essersi messi assieme, ha detto ad Adam che voleva lasciarlo, ma che lo amava, lui ha fatto quello che pochi avrebbero fatto al suo posto: ha detto alla ragazza che poteva andare a letto con chi voleva, purché desse un’altra possibilità alla loro relazione. La cosa sembra avere funzionato, perché i due sono assieme da allora.
La regola è che Beatrice può fare quello che vuole, a patto che sia sincera al riguardo e non cerchi di nascondere nulla ad Adam. Lui però non ha gli stessi diritti, dato che Beatrice dice di non sopportare l’idea che lui stia con un’altra donna. Ad Adam però questo non pesa perché dice di non essere interessato ad altre donne.
Mi piace l’attenzione, ma emotivamente non significano nulla per me“, spiega Beatrice. “Sono stata a letto con cinque persone diverse da quando abbiamo iniziato questa relazione aperta. Tre sono state cose da una notte e via, e uno è uno con cui vado a letto circa due volte al mese. Va a bere al mio stesso pub, quindi talvolta finiamo la serata insieme se non ha trovato nessun altra. Non ho sentimenti per lui ma mi piace il sesso”, racconta Beatrice.
Racconto ad Adam degli uomini, ma non entro nei dettagli del sesso. Adam è così premuroso a darmi la libertà di fare quello che voglio, mi fa amarlo ancora di più”, continua la donna.
Adam spiega così il suo punto di vista: “Mi toglie la preoccupazione del tradimento, se so che poi torna da me. Non mi dà fastidio che faccia quello che vuole, anche se non è il mio argomento preferito. Ho raccontato la cosa a qualche amico, che pensano sia un po’ strano, ma non ci importa cosa pensano gli altri, noi siamo felici”. Adam e Beatrice infatti hanno finora tenuto segreto l’accordo alla base della loro relazione: evidentemente però mantenere il segreto non è così importante, altrimenti non si capisce perché abbiano accettato di fare una lunga intervista, con tanto di servizio fotografico per il Sun.
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lunedì 10 aprile 2017

Studio: i maggiori consumatori di pornografia online sono gli Stati più religiosi


Uno studio scientifico ha esaminato i dati sulle ricerche collegate a pornografia nei vari stati USA, scoprendo che è proprio negli stati più religiosi che arrivano più numerose le ricerche. Il motivo sarebbe che il contesto culturale incoraggerebbe esperienze sessuali “private”.

Lo studio sui dati di Google Trends

Qualunque sia l’atteggiamento personale verso di essa, è un dato di fatto che la pornografia ha un mercato molto ampio, cosa che è ben noto trova riscontro anche su Internet. Per questo motivo le ricerche sociologiche non possono ignorare il fenomeno.
I dati di Google Trends, che permettono di vedere quanto sono cercate specifiche parole chiave e da che zone, sono oggi un fonte estremamente interessante per chi si occupa di scienze sociali: un gruppo di ricercatori li ha usati per esaminare le ricerche di materiale pornografico online, in particolare andando a confrontare i trend in diverse aree geografiche, interessati a capire se ci siano differenze tra le zone “più religiose” e quelle meno.
“Mentre il collegamento tra caratteristiche religiose personali e consumo di pornografia è ampiamente studiato, poche ricerche hanno cerato di capire se il contesto religioso più ampio possa influenzare il consumo” spiegano i ricercatori nell’articolo pubblicato.
L’analisi statistica dei dati ha permesso di verificare che gli stati a maggior presenza di persone che si dichiarano religiose, e soprattutto di “fondamentalisti cristiani” (cioè tutti quei movimenti che applicano una lettura letterale della Bibbia) è correlata ad una maggiore ricerca di materiale a luci rosse su Internet.

Una precedente ricerca aveva scoperto la stagione degli amori

Non si tratta della prima ricerca che usa i dati delle ricerche su Google per esaminare il consumo di pornografia: una precedente ricerca aveva analizzato come queste ricerche variassero nel corso dei mesi dell’anno, scoprendo che la richiesta è maggiore in inverno e ad inizio estate, facendo supporre ai ricercatori l’esistenza di due “stagioni degli amori” degli esseri umani.

lunedì 3 aprile 2017

Quattordicenne si progetta la sua protesi per la mano


Dato che non riusciva a trovare una protesi per la mano che soddisfacesse tutte le sue esigenze, il quattordicenne Leonardo Viscarra ha deciso di costuirsene una da solo, usando la tecnologia di stampa 3D.
Leonardo è nato con la mano sinistra non sviluppata: questo gli aveva sempre impedito di utilizzarla anche per le attività più semplici, come raccogliere oggetti o anche solo afferrarli.

Passione per la meccanica

Un incidente da bambino però ha creato una passione in Leonardo per il costruire cose: “Ho lanciato un sasso e ho rotto una macchinina giocattolo. Potevo vedere i pezzi di cui era fatta”ricorda il ragazzino. Qualche anno dopo, ha utilizzato quello che aveva imparato su meccanismi e materiali per realizzare la sua prima protesi per la mano. Si trattava di un progetto molto rudimentale, a dir la verità, e forse somigliava più ad una morsa che ad una mano, ma gli consentiva di afferrare degli oggetti, cosa che prima gli era sempre stata impossibile.
Questo successo lo ha incoraggiato, spingendolo ad iniziare a lavorare ad una mano ancora più evoluta. La protesi ne è venuta fuori migliorata, ma non ancora del tutto soddisfacente per il ragazzo.

Una protesi fatta in casa

Cercando online, Leonardo ha scoperto la storia di un ragazzino francese che è stato il primo utilizzatore di una protesi robotica per la mano, stampata in 3D, ed ha anche trovato una Fondazione statunitense che produceva protesi per i bambini bisognosi. Grazie ad una zia che vive negli USA, Leonardo è riuscito ad avere da loro una protesi, ma purtroppo è risultato che questa era delle dimensioni sbagliate. L’inconveniente non lo ha però scoraggiato, ma lo ha invece spinto a lavorare con ancora più energia sul progettare una propria protesi.
La mano arrivata dagli USA è stata fonte di ispirazione, così come diversi progetti che ha trovato online. Alla fine Leonardo ha disegnato la sua mano “robotica”, che sfrutta dei fili di nylon per rilevare i movimenti del polso e trasmetterli alle dita.


Per creare materialmente la mano, il ragazzino si è fatto aiutare dal Sawers Robotics Institute, che si trova nella città dove vive, e per l’assemblaggio ha coinvolto parenti e anche insegnanti.
Ora finalmente Leonardo ha una mano che soddisfa le sue esigenze, e con una spesa di appena 100 dollari: una frazione del costo di una mano bionica, il cui prezzo spesso parte dai 15.000 dollari. E’ vero che la protesi realizzata dal ragazzo ha alcuni difetti ed è per molti versi incapace delle prestazioni di una protesi di fascia alta, ma la mano fa tutto quello che serve a Leonardo, e la spesa più elevata non sarebbe stata vantaggiosa nel suo caso.

venerdì 24 marzo 2017

Il video di Melissa Satta “senza mutandine” a Tiki Taka che ha fatto il giro del web



La trasmissione calcistica più seguita del lunedì, Tiki Taka, è al centro dell’attenzione per un episodio hot che riguarda la famosa showgirl Melissa Satta. Uno dei punti forti della trasmissione infatti, oltre alla conduzione di Pierluigi Pardo, è proprio la bellezza della ex velina.
La bellissima showgirl sarda è stata protagonista si un siparietto hot lo scorso lunedì infatti mentre accavallava le gambe si sono viste le sue doti femminili. Dal video sembra proprio che la Satta fosse proprio senza mutandine e il video, che immortala proprio quei momenti, è ovviamente diventato subito virale sui social network.
I presenti in studio non sembrano essersi accorti dell’episodio e al di là di tutto lo spettacolo è proseguito nello studio di Tiki Taka ma il video della bellissima moglie di Boateng ha girato e continuerà a girare sul web per molto tempo.


domenica 12 marzo 2017

Perché i panda sono bianchi e neri?


Tutti conoscono il caratteristico colore dei panda: la testa bianca, e le orecchie e contorno degli occhi neri fanno parte dell’immaginario collettivo. Ma perché i panda sono di questo colore? Guardando all’ambiente in cui vivono normalmente, la loro colorazione è difficile da spiegare: la maggior parte dei mammiferi ha pelo marrone o grigio, per adattarsi all’ambiente e mimetizzarsi.
Un gruppo di ricercatori ha analizzato il problema per cercare di arrivare ad una risposta. Attraverso uno studio filogenico, i ricercatori hanno esaminato le associazioni tra diverse colorazioni del pelo e variabili socio-ecologiche, con particolare riferimento ai mammiferi carnivori ed in particolare gli orsi.
Secondo le conclusioni dello studio, la parte bianca del pelame avrebbe lo scopo di permettere la mimetizzazione sulla neve, mentre le zampe nere agevolerebbero la mimetizzazione nell’ombra. Le macchie nere su occhi e orecchie invece avrebbero scopi legati alla comunicazione: le orecchie nere permettono di segnalare meglio i propri messaggi (ad esempio l’aggressività, come per molti altri animali, è espressa attraverso una diversa inclinazione delle orecchie), mentre le macchie attorno agli occhi faciliterebbero il riconoscimento dei vari individui della specie.
Queste conclusioni sul colore del pelo dei panda smentiscono altre ipotesi che erano state fatte, in particolare quella che il colore del pelo fosse legato ad una diversa necessità di raffreddamento del corpo: secondo questa ipotesi, il pelo bianco riflettendo più luce avrebbe mantenute più fresche certe zone del corpo, mentre il nero, che assorbe maggiormente calore,  avrebbe tenuto altre più calde.